Circa la nutrigenetica
Intervista al Dott. Sergio Carlucci
Q: Dott. Carlucci cosa si intende per Nutrigenetica?
R: La Nutrigenetica e’ una nuova disciplina che unisce la genetica, lo studio del DNA, all’alimentazione. Grazie a questa nuova scienza è oggi possibile scoprire intolleranze, malassorbimenti e aumento di peso non solo dovuto ad una maggiore introduzione di cibo. E’ un particolare lo studio di come la variazione genetica nei geni individuali influenza la risposta di un individuo a particolari nutrienti e tossine della dieta.
Questa disciplina, quindi, unisce la Genetica alla Scienza della Nutrizione che sappiamo ha lo scopo di interpretare il ruolo dei nutrienti e di altri componenti della dieta nello stato di salute o malattia dell’uomo lungo tutto il suo ciclo di vita.
Q: Cosa viene proposto al paziente?
R: L’uso dell’informazione genetica è utile per la guida nelle scelte alimentari, per sensibilizzare all’importanza dell’alimentazione, del cibo e del metabolismo. L’intento è di conoscere come il cibo lavora insieme con il corpo e soprattutto individuare fattori di rischio intermedi, quali omocisteina, colesterolo, LDL e ipertensione.
Q: Per seguire una dieta nutrigenetica è necessario eliminare definitivamente gli alimenti che ci fanno ingrassare?
R: Non in maniera definitiva, infatti viene consigliato, laddove si scopre la variazione genetica, di diminuire quell’alimento (esempio sale, caffè, zuccheri semplici ecc) in quanto l’organismo sicuramente ha difficoltà a metabolizzarlo oppure il suo continuo consumo favorisce l’accumulo di alcuni metaboliti spesso tossici.
Q: Il risultato del test genetico eseguito da un individuo pùo essere valido anche per un componente dello stesso nucleo familiare?
R: No, il test è individuale, quindi possono esserci delle differenze tra i componenti della stessa famiglia, è utile quindi che tutti i membri si sottopongano al test, ricordando che si esegue solo una volta nella vita in quanto i geni non cambiano, sono solo influenzabili dalla dieta.
Q: Quali sono gli effetti del profilo alimentare che esce dall’analisi del DNA? Non c’è il pericolo che escano delle prescrizioni troppo limitative?
R: Il profilo individuale che scaturisce dopo l’esame genetico non risulta difficile da gestire dal soggetto, in quanto vi sono segnalazioni riguardo l’aumento di alcuni nutrienti e la diminuzione di altri. Ciò significa che se un alimento deve essere ridotto, si può mangiare invece di 3-4 volte a settimana, solo una volta. Mentre se vi è la segnalazione di qualche carenza nutrizionale, come qualche gruppo di vitamine o sostanza antiossidante, si prova ad introdurre più volte al giorno l’alimento che contiene questi principi nutritivi o dove non è possibile si procede periodicamente con piccole integrazioni di origine naturale. L’esame evidenzia la nostra sensibilità al nichel, stress, tolleranza glucidica e cattivo metabolismo dei grassi.
Q: I comportamenti alimentari sbagliati e perpetrati nel corso degli anni incidono in qualche modo nella lettura della predisposizione genetica?
R: Sì, a volte condurre uno stile di vita ottimale (attività fisica, alimentazione sana ed equilibrata) rappresenta un’ottima forma di prevenzione nei confronti di malattie come il diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari e degenerative.
Q: Con lo stesso metodo si può arrivare a studiare patologie di malassorbimento nei confronti di lattosio e glutine?
R: Il principio è identico, in quanto si valuta l’intolleranza al lattosio e alla proteina (gliadina) contenuta nel grano. Se nel test emergono queste caratteristiche, si possono eseguire degli approfondimenti diagnostici op¬pure seguire un piano alimentare privo di questi nutrienti verificando l’effettivo miglioramento delle condizioni di salute.
Q: Dopo l’analisi del DNA, si va direttamente dal nutrizionista oppure si possono dare delle indicazioni precise di quello che si deve mangiare?
R: Il risultato del test genetico (un semplice prelievo di saliva) viene consegnato al paziente unitamente ad un Piano Nutrizionale Individuale elaborato da uno Specialista della Nutrizione. Le informazioni che vi sono riportate riguardano la tipologia di alimenti e le combinazioni permesse, la frequenza settimanale con cui introdurli e le carenze nutrizionali riscontrate. Il paziente può dunque intraprendere in maniera agevole questo percorso di correzione del proprio regime alimentare, che non rappresenta un regime dietetico ipocalorico. L’obiettivo dello Specialista della Nutrizione è quello di trasmettere al paziente, nozioni sui nutrienti degli alimenti, atte al miglioramento del suo stato di salute nel corso della vita.